Abbiamo più volte ribadito la complementarietà di Ischia al territorio che la circonda; Procida, Capri, la Costiera, Napoli, sono un importante valore aggiunto per l'isola e, del resto, chi viene in vacanza a Ischia, quasi sempre, dedica una parte del suo tempo alla scoperta delle meraviglie del golfo più bello del mondo. Tra le tantissime cose da vedere c'è pure il sottosuolo di Napoli. Un'altra città, a detta di molti ancor più affascinante dei vicoli del centro storico da cui vi si accede. L'ingresso di "Napoli Sotterranea" si trova, infatti, su Via dei Tribunali - Piazza San Gaetano per la precisione - a due passi dalla centralissima San Gregorio Armeno, la strada dei presepi e dei pastori.
Dal Molo Beverello è sufficiente raggiungere Piazza Municipio (o Via Depretis) e prendere la linea Bus R4, direzione Ospedale Cardarelli. La fermata è Piazza Dante da cui, in pochi minuti, proseguendo per Via Port'Alba, si arriva davanti all'entrata per il sottosuolo di Napoli. Sottosuolo che è parte integrante della città, dacché è cresciuto con essa: prima con i Greci, che dalle viscere della città prelevarono il tufo giallo necessario all'edificazione della Neapolis del IV secolo a.C; poi con i Romani, che nel sottosuolo di Napoli realizzarono una mastodontica opera di ingegneria idraulica incanalando le acque del Serino. L'acquedotto romano fu la spinta principale all'estensione della città, al punto che nel 1629, su impulso di un facoltoso nobile napoletano, Cesare Carmignano, si provvide alla costruzione di un nuovo canale per convogliare, stavolta, le acque del fiume Faenza.
Da questa secolare attività di scavo scaturisce la rete di cunicoli e cisterne di Napoli Sotterranea. Circa 2 milioni di metri quadrati che, durante la seconda guerra mondiale (dismesso, agli inizi del '900, l'approvvigionamento idrico) divennero rifugio di tantissimi napoletani in fuga dai bombardamenti alleati e dalla rappresaglia tedesca. Migliaia di persone stipate 40 metri sotto il livello stradale, in un'altra Napoli nota, fino a 60 anni prima, solo ai "pozzonari" gli addetti alla manutenzione delle cisterne che dalle abitazioni patrizie del centro storico scendevano sotto terra aggrappandosi a una serie di piccoli gradini scavati nelle pareti.