Ischia è un'isola pietrosa, con una grandissima quantità di materiale lavico storicamente utilizzato per i più disparati usi: per costruire cantine, cellai, cisterne e case, innanzitutto; ma anche per tirar su i muri di confine, le mitiche "parracine".
In realtà si tratta molto più che di semplici muri a delimitazione della proprietà: le "parracine" (dal greco, "parakeimai" in italiano "stare accanto") servivano - e servono ancora - a contenere e a proteggere gli appezzamenti di terreno. Contenere dal rischio frana e proteggere dal vento e dall'acqua garantendo il normale deflusso delle piogge.
I muri a secco ischitani sono quasi tutti tirati su con la pietra di tufo verde, di cui c'è gran quantità nel versante sud-occidentale del Monte Epomeo. Circostanza che abbiamo evidenziato nella descrizione del paesaggio del vino ischitano che presenta grandi differenze nei due lati dell'isola: nella costa orientale, infatti, i muri a secco sono in molti casi addirittura assenti, e quando sono presenti servono prevalentemente a delimitare i confini tra le proprietà.