Testaccio, Cava Petrelle, Castiglione, Cava Senigallia, San Lorenzo, Citara... Un tempo, la mappa delle fumarole sull'isola d'Ischia era fittissima, sicuramente molto più di oggi. Basti pensare alla stufa di Testaccio, nel comune di Barano, celebre per aver curato il vescovo irlandese George Berkley e il generale del Regno di Napoli Giorgio Corafà. Idem le antiche stufe di San Lorenzo attive perlomeno dal XVI secolo, periodo a cui risalgono le prime tracce che ne attestano l'utilizzo da parte della popolazione locale. E ancora, che dire della "Valle dei Tamburi" raccontata ne "La pietra cantante", novella del 1874 in cui lo scrittore danese Jørgen Vilhelm Bergsøe descrive alcuni luoghi di Casamicciola irriconoscibili, appena 50 anni dopo, all'altro scrittore Norman Douglas che ebbe pubblicamente a rammaricarsene. Insomma, complici la natura (nel caso di Casamicciola vien facile pensare al terremoto del 1883) e più spesso l'urbanistica, molte delle fumarole censite nel 1588 da Giulio Iasolino non ci sono più. Altre, invece, resistono e ancora affascinano turisti e residenti curiosi di assistere dal vivo al "respiro dell'isola" . Di seguito, le meravigliose fumarole di Ischia.
Fumarola di Fondolillo
Via Fondolillo, la strada che unisce Sant'Angelo a Cavascura e da cui, volendo, si può proseguire per Via Iesca fin sul belvedere di Serrara. Quello in foto è un pozzo SAFEN realizzato nei primi anni '40 dall'omonima società nell'ambito di una campagna di studi e sondaggi su tutto il territorio dell'isola d'Ischia. Scopo delle ricerche, poi terminate a causa della guerra, era l'utilizzo della risorsa geotermica, di cui in anni più recenti si è tornato a parlare con forza come alternativa alle fonti "classiche" di approvvigionamento energetico.
Bocca di Tifeo
Analogo pozzo fu cominciato, e tuttavia mai finito, nella piana di Montecorvo a Forio, in un terreno poco distante dalle fumarole di via Pietra Brox. Quella in foto è una delle bocche vulcaniche presenti lungo il sentiero che comincia a lato della Tenuta Giardini Arimei e termina, appunto, nei pressi della "Bocca di Tifeo", la più grande tra le sorgenti cui si è accenato poc'anzi. Così rinominata dai volontari della Pro Loco di Panza che nel 2012 hanno provveduto al ripristino dell'itinerario. Spettacolo nello spettacolo, a seguito di forti piogge e in concomitanza di temperature più rigide, l'attività fumarolica dell'area si intensifica, regalando bellissime immagini ai fortunati presenti.
Montecito
C'è stato un tempo in cui a Ischia veniva estratta l'alunite, preziosa materia prima da cui si ricava l'allume di rocca. L'attività estrattiva, che andò avanti tra la metà del '500 fino agli inizi del '700, riguardò l'intera fascia pedemontana dei comuni di Lacco Ameno e Casamicciola, grosso modo da Crateca al Celario, collina alle spalle di Piazza Maio. Lungo il percorso, rinominato appunto "Il sentiero dell'Allume", compare la fumarola di Montecito interessante, oltre che per il panorama generoso, per i colori intensi - giallo, rosso, bianco, arancione - delle rocce tutt’attorno il campo fumarolico.
Pizzone
La fumarola del Pizzone si trova in località Fango, a Lacco Ameno. È uno dei luoghi meno conosciuti dell'isola, fino a qualche anno fa increbidilmente fuori dalle rotte turistiche. Invece è un posto meraviglioso, con una vista eccezionale che spazia dall'intero lungomare di Forio fino alla tenuta dei fratelli Castagna. Un vigneto bellissimo, termine dell'escursione Frassitelli-Crateca inserita nel calendario di "Andar per sentieri" del mese di maggio. Da non perdere!