L'aspetto più evidente della produzione artistica di Michele Petroni, in arte "Peperone" (1940 - 2011) è la totale compenetrazione tra la sua creatività e l’amatissima Forio. Un paese-mondo di cui Petroni ha esaltato le bellezze, denunciato le ipocrisie, privilegiando però sempre la dimensione poetica della realtà rispetto al messaggio immediatamente politico. Come è stato autorevolmente sottolineato dai molti amici che gli sono vissuti a fianco, anche quando la sua arte si è fatta polemica, con una chiara denuncia della dissoluzione dell'identità storica di Forio, non ha mai avuto come presupposto l’abbandono della sua terra, il distacco dal suo universo affettivo.
Favoloso!
Qualcuno ha ipotizzato che Petroni non si sia mai emancipato dall’età dell’infanzia, stagione della vita in cui prevalgono la dimensione del gioco, della condivisione, continuando a rimanere fedele a questi valori anche quando i tempi suggerivano che c’era sempre meno per cui valesse la pena stare insieme. Di contro, quest’innocenza lo ha anche messo al riparo dall’alterigia e i capricci tipici di tanti artisti più celebrati. E infatti, la disponibilità e la giovialità verso il prossimo sono sempre stati i tratti distintivi del carattere dell’uomo; in più di un’occasione con esiti esilaranti.
Del resto, sono gli aneddoti, i frammenti di vita che, in parte, compensano la biografia scarna di quest’artista. Tranne, infatti, gli anni della giovinezza che lo vedono impegnato prima come operaio edile e poi come bagnino, Michele Petroni è sempre e solo vissuto della sua arte, cimentandosi, da principio, con il collage (coi ritagli di stoffa della madre sarta) per poi passare, ancora giovanissimo, alla pittura. La critica, di volta in volta, ha definito la sua arte naif, primitiva, surreale. Per la restante parte, tutti concordi, invece, nel sottolineare l’assolutà particolarità del talento artistico, in cui la spiccata espressività degli olii e degli acquerelli compensava la scarsa tecnica pittorica.
Pur essendo la creatività di Michele Petroni difficilmente collocabile all'interno di correnti artistiche o di pensiero precise, si può forse parlare di un ingenuo anarchismo, ai cui ideali egli stesso diceva di ispirarsi, testimoniando, innanzitutto con la sua vita frugale, ostentatamente povera, la possibilità di un’esistenza non piegata agli imperativi del consumismo.