Anche a Ischia, come a Napoli, quella del presepe è una passione praticata soprattutto in privato ed è bellissimo già solo il pensiero che entrando in casa di un amico, di un parente, ci si possa trovare davanti a vere e proprie opere d’arte, tanta è la maestria, la dedizione messa al servizio della rappresentazione della Natività.
Esistono però anche delle associazioni pubbliche che, nell’ambito di un più ampio progetto di recupero delle tradizioni locali, aspettano il Natale per dare saggio della loro bravura nella realizzazione di scenografie sempre nuove, in cui il tema sacro della nascita di Gesù si arricchisce di argomenti che non sono religiosi, ma che servono a svelare le fratture, i sentimenti profondi, che agitano il ventre della società.
Del resto, è proprio l’usanza di mescolare sacro e profano l’aspetto che rende unica questa tradizione e su cui si misura anche la bravura dei mastri artigiani che vi si dedicano.
Favoloso!
Da anni è invalsa la consuetudine di aggiungere ai pastori tradizionali personalità legate all’attualità politica e di costume, ma non è tanto da questo che si misura l’osservanza del rito. Il messaggio chiave è il
trionfo del Cristianesimo sui retaggi del paganesimo, su tutte quelle figure, architetture o paesaggi che evocano in qualche modo il confine tra un prima e un dopo, tanto sul piano storico che su quello esistenziale.
Questo il significato delle rovine dei
templi greco-romani o di alcune
figure liminali come l’osteria, l’ubriaco, la zingara, il ponte, il fiume, ecc. Il fatto però che questi segni non sono espulsi dalla narrazione e valgono, nell’economia di scena, più del semplice contorno rispetto all’evento principale, ci dice del riuscito connubio tra
lirismo e
realismo, tra la fiducia nel messaggio di salvezza rappresentato dalla nascita del Cristo e le difficili condizioni di esistenza dominate da male, dissolutezza, futuro nefasto e inevitabilità della morte.
L’altro aspetto su cui si misura la bravura degli artigiani è la continua rielaborazione di quello che possiamo definire il "
processo di familiarizzazione" degli ambienti e dei protagonisti storici della natività, la capacità cioè di ricondurre la narrazione ad un immaginario domestico, dove siano immediatamente riconoscibili le differenze sociali e i mestieri più rappresentativi della comunità.
Chi fosse interessato ad approfondire le implicazioni artistiche, storiche, religiose ed etnografiche del presepe, a Ischia ha solo l’imbarazzo della scelta. Fino al 6 gennaio in una traversa del
corso Francesco Regine di
Forio è esposto un bellissimo presepe artistico realizzato dall’
associazione MACSS (mestieri, arte, cultura, sport e spettacolo). In alternativa (sempre fino all’epifania) altre due bellissime mostre, entrambe a
Ischia Porto: una nel salone delle
antiche Terme Comunali a cura della
Pro Loco Isolaverde; l’altra nella
Torre del Molino nei pressi della Spiaggia dei Pescatori realizzata dall’
associazione Largo dei Naviganti. Senza naturalmente dimenticare il bellissimo “
Presepe vivente” organizzato dall’
associazione Villa di Campagnano nei pressi dell’omonima piazza (sempre nel comune di Ischia), sabato 28 dicembre alle ore 16,00.