Ci sono posti il cui fascino letterario rinforza positivamente la fama turistica. Senza dubbio Citara è uno di questi, incrocio di fatti mitici e di una natura generosa che ha regalato agli ischitani una sorgente termale che sgorga sin quasi sul bagnasciuga a temperature altissime.
Secondo la leggenda, le terme di Citara sarebbero un prodigio di Venere (Aphrodite) che, affranta dal dolore per la perdita dell’amato Adone, avrebbe pianto così tanto da inondare l’intera baia a sud del comune di Forio. Secondo un’altra ricostruzione invece, il termalismo della zona sarebbe dovuto alle lacrime di Tifeo che, ottenuto il perdono di Giove (Zeus), avrebbe trasformato la sua ira in benefici effluvii per gli abitanti dell’isola.
Non solo. La Pietra della Nave, lo scoglio che emerge maestoso dal mare di Citara, ad appena 80 metri dalla costa a strapiombo del promontorio di Punta Imperatore, sarebbe la galea messa a disposizione da Alcinoo, re dei Feaci, per accompagnare Ulisse nell’amata Itaca. Dal che deriverebbe, secondo alcuni, che l’isola dei Feaci, in cui Omero ambienta una delle 12 tappe del ritorno di Ulisse verso la madrepatria, sarebbe appunto Ischia e non Corfù in Grecia.