L'eremo di San Nicola è la più importante delle chiese rupestri dell'isola d'Ischia. La scelta di ricavare la chiesa nel soffice tufo verde, per di più sulla cima del Monte Epomeo (quota 789 m. s.l.m.), racconta due cose: la valenza magico-simbolica della pietra nella cultura contadina e la similitudine evidente tra la punta della montagna e l'ambizione ascetica al raggiungimento delle "vette dello spirito".
Non a caso, la chiesa e le celle annesse per secoli sono state rifugio di diversi anacoreti: dalle suore Clarisse della nobildonna Beatrice Quadra, tuttavia presto riparate nelle più accoglienti mura del Castello Aragonese, a Fra Giorgio Bavaro e Giuseppe d'Arghout (1704-1778). Quest'ultimo, ex comandante della guarnigione militare di stanza al Castello d'Ischia, votatosi all'eremitaggio dopo essere miracolosamente scampato a un agguato mortale, proprio in uno dei sentieri che portano in cima al monte.